Ricordo di se : la memoria ….

Parlo spesso della memoria perché lo considero un argomento affascinante soprattutto importante punto per me la memoria e con un ambiente domestico in cui ritrovo le pantofole i miei libri e tutte le altre cose a cui sono affezionato. Quando mi sveglio al mattino Subito chi sono perché ricordo perfettamente chi ero prima di addormentarmi.
Si sveglia insieme a me e come un agenda puntigliosa mi ricorda tutti gli impegni della giornata. È una risorsa preziosa e mi domando fino a che punto la uso consapevolmente e con il dovuto rispetto. A volte la tratto come una vecchia domestica appesantita dagli anni un po’ sorda e con la vista annebbiata dalla cataratta. Certe volte la sgrido per le sue insopportabili distrazioni dove abbiamo parcheggiato la macchina.? Dove sono le chiavi di casa? Perché il libro che cerco non è a suo posto? Nelle regole naqshbandi, commentate da Omar ali shah c’è un sottocapitolo intitolato ricordarsi e oblio di sé e consiglio la lettura perché potrebbe aiutarci a comprendere il ruolo della memoria nel lavoro su noi stessi. Questa memoria domestica e servizievole, ha la nostra stessa età invecchia insieme a noi, condivide i nostri desideri e le nostre paure. Che se la mandassi in cantina o in solaio per cercare ciò che mi serve rischierei di non vederla ritornare. Non voglio nemmeno pensarci perché senza di lei avrei problemi ad allacciarmi le scarpe. Per anni si è presa cura di me e forse, il momento che io mi prenda cura di lei. Quando diciamo: Ricordati di te! Diciamo anche: Dimentica di essere ciò che credi di essere! Il ricordo di se è l’oblio di se coincidono e diventano contemporanei. Non puoi mandare la tua memoria in cantina o in solaio per cercare ciò che ti serve, devi tenerla per mano e accompagnarla. Se vuoi trovare ciò che ti serve ti devi scomodare e devi avere il coraggio di cercarlo.

” maestra non ho studiato la poesia a memoria”
“Male molto male Pierino, adesso ti metto un bel 4 e te lo faccio per copiare 10 volte sul quaderno”

Rivolgendosi alla vecchia pensionata rannicchiato in una poltrona altrettanto sgangherata, uomo alto e robusto dice: “signora il gabinetto l’ho sistemato e funziona perfettamente”
“grazie giovanotto. Ero preoccupata e non sapevo come fare mi dica quanto le devo? ”
“non mi deve niente signora maestra, io sono Pierino, la poesia Non l’ho ancora imparata Ma se aggiustare i gabinetti. Si è serena e si ricordi di me”
È proprio strana questa memoria. Una lieve indisciplinato non studia una poesia Ma come una maestra coscienziosa mi insegna a vivere. Lavoro è molto semplice ed è per questo che sembra impossibile.

Una regola poco gradita si chiama restrizione nome stesse antipatico perché nessuno ama subire delle restrizioni soprattutto se vengono imposte lo Comprendiamo bene in questo momento di emergenza sanitaria., in cui ci vengono imposte determinate regole di comportamento che fanno appello al nostro senso di responsabilità ma limitano la nostra libertà. Ci sarebbe molto da discutere sul concetto di libertà Ma non è certo Questo il contesto adatto per farlo. La regola naqshbandi parla di restrizione non come regola dettata da un’autorità esterna Ma come regola suggerita e nemmeno imposta da un’autorità interiore. Dunque questa regola è anche un modo per capire se abbiamo una un’autorità interiore che merita obbedienza. La restrizione adottata in questo modo diventa anche un modo per conoscersi e per capire fino a che punto possiamo fidarci di noi stessi o dell’immagine che abbiamo di noi stessi.. L’immagine che abbiamo di noi stessi e autoritaria ma non sempre è autorevole la restrizione è autodisciplina ed è sempre trasgressiva nei confronti della persona di testa di ore che costruisce la nostra immagine esteriore e ci impone di tenerla in vita. La restrizione Resistenza, lotta, ribellione.

….. Una mattina mi sono svegliato o bella ciao ciao ciao…..

Ricordo di se : la memoria ….ultima modifica: 2020-12-05T11:33:31+01:00da gierre12
Reposta per primo quest’articolo